Ottieni il tuo rispetto e non ti fregherà più del giudizio degli altri.
Avevo 23 anni e quasi tutti i miei amici avevano cominciato a lavorare e a cercare di realizzare i propri sogni.
Io me ne stavo sul divano a fare la mantenuta, mangiando patatine e guardando commedie romantiche.
Odiavo la mia vita: era uguale ogni giorno, certe volte mi auto convincevo che andasse bene così, però nella mia testa sapevo quanto fosse sbagliato buttare tempo prezioso.
Mi faceva male vedere mia madre tornare a casa la sera esausta per assicurarmi un pasto.
Mi sarebbe piaciuto tanto aiutarla, trovare un lavoro ben pagato e magari trasferirmi per non pesare sempre su di lei.
Certe volte mi ero anche ritrovata a navigare su internet nella speranza che apparisse magicamente un annuncio che cercasse dipendenti e raramente mi capitava anche di imbattermi in ciò, ma poi sapevo che non mi sarei mai messa davvero d’impegno perché non avevo un buon “perché”.
Mi definitivo una persona pigra, fallita, triste, sola e noiosa: tutte cose che mi facevano capire quanto stessi male in quella situazione.
E poi, come se non bastasse, ogni persona che veniva a casa se usciva con una di queste quattro frasi ormai memorizzate e di routine: “ormai sei grande per fare la mantenuta”, “ancora qua stai?”, “ma non esci mai?”, “poverina tua madre!”.
Erano anni che le mie orecchie sentivano questo: la mia mente era così distrutta dalla delusione da non farmi vedere mai la possibilità di farcela per davvero e non capivo come avessi fatto a ridurmi in questo modo.
Avvertivo forte dentro di me quanto mi servisse sentire un qualcosa di così forte da farmi cambiare tutto.
Perché quando la pace ti annienta, solo un colpo al cuore può rimetterti al mondo.
Era una sera come tante e mia madre era rientrata da poco dal lavoro.
Se ne stava sul divano a sfogliare un album di fotografie di famiglia ed io me stavo sulla poltrona poco distante a sorseggiare il mio tè caldo, avvolta da una coperta.
La guardavo con occhi pieni di sensi di colpa per ciò che le stavo facendo e per quanto fossi timorosa di non iniziare una battaglia con me stessa.
Sembrava felice, sorrideva ogni volta che la pagina dell’album cambiava, ma la conoscevo meglio di chiunque altro e sapevo quanto stesse soffrendo.
“La mia bambina” esultò per poi far seguire un’espressione amorevole alla vista di una fotografia e mi venne istintivo alzarmi, appoggiare la tazza ormai finita sul tavolo di vetro e andare a sedermi accanto a lei sul divano.
Se prima sorridevo anche un minimo ora non mi era rimasto niente.
Ero io da bambina, sorridevo alla curiosità di sapere quale potesse essere il mio futuro.
Mentre sentivo la poca dignità rimasta dentro di me sparire mi venne una domanda: “quella piccolina sarebbe fiera di quello che sono diventata?”
La risposta che udii nella mia testa fu il mio colpo al cuore che tanto mi serviva.
Per i giorni seguenti non uscii dalla mia camera se non per mangiare e mia madre mi sembrava più preoccupata del solito.
Ma io per la prima volta sapevo di non stare prendendo la strada sbagliata.
Persi il conto di quanti siti avessi visitato, fino a quando non capitai su uno in particolare.
Mi catturò subito la descrizione ben curata “seguici per formarti, gestire e risparmiare denaro” era una svolta per poter ricominciare e mi convinse a fare le cose sul serio una frase in basso “non sarai mai solo, ti staremo accanto in ogni passo”.
Cominciai quei corsi e dovetti chiedere a mia madre i soldi per poter acquistare i vari video di crescita personale presenti nel sito e per poter partecipare a videoconferenze con professionisti del settore che non si stancavano mai delle mie mille domande e insicurezze.
Passai i mesi successivi chiusa in casa davanti al computer a sfogliare tutte la pagine web, leggendo attentamente ogni riga e guardando i video dei corsi con gli auricolari, per stare il più attenta possibile.
Successivamente cominciarono le video consulenze, dove conobbi molte persone migliori di me, che mi aiutarono a dare sempre il massimo senza lasciarmi mai sola.
Mi proposero presto di scegliere un prodotto da vendere, ed io scelsi uno dei più comuni: le borracce.
I soldi cominciarono ad arrivare e ogni settimana mi ritrovavo abbracciata a mia madre talmente ero incredula di quello che stavo facendo. Cominciai presto ad aiutare mia madre con le bollette e a distanza di un anno mi assunsi la totale responsabilità di mantenerla per ripagare tutto ciò che una madre può dare ad una figlia.
Era un pomeriggio estivo e io lo definisco il momento in cui realizzai di aver vinto su tutto.
Mia zia varcò la porta e rimase pietrificata quando mi vide a pochi metri con un borsone tra le mani e le chiavi della macchina attorcigliate a un dito.
“Che stai facendo?” domandò sorpresa osservandomi per intero e fui certa che si stesse chiedendo come mai fossi vestita come una persona normale e non con il pigiama.
“Che bello vederti zia oramai è un anno che non ci vediamo” esultai contenta e sentii salire una gioia nelle mie iridi che solo nell’ultimo periodo stavo cominciando a provare.
“Perché fuori c’è un camion dei traslochi?” domandò ancora.
“Mi sto trasferendo“.
“Con i soldi di tua madre?” fece quasi male sapere che le persone mi avrebbero reputato capace di una cosa del genere, ma poi fui immediatamente sollevata quando mi ricordai di avercela fatta a costruirmi un futuro.
“No con i miei” le risposi con tutta la luce che poteva avere una persona fiera di se stessa.
“I tuoi? Di che parli?”
“Beh sto lavorando molto e sto cominciando a guadagnare bene, così bene da poter mantenere me e mia madre“: forse ad occhi altrui sarei sembrata troppo modesta, ma sentire di poter dire queste parole a voce alta mi portò un forte calore al cuore.
“Ma non è possibile” era così incredula che mi trattenni dal riderle in faccia.
“Le persone cambiano, zia, e io ho trovato il mio posto nel marketing online” rimase in silenzio dopo aver udito queste parole.
“Ti ricordi quando da piccola sognavo di comprarmi una jeep?”: speravo se lo ricordasse e fortunatamente annuì. “Bè vado a comprarla oggi stesso” confessai al settimo cielo.
Dopo le mie parole, la donna fece un qualcosa che non mi sarei mai aspettata: mi saltò addosso, stritolandomi in un forte abbraccio.
“Brava, sono così fiera di te, ho sempre saputo che avresti fatto qualcosa di grande” no, non l’aveva mai pensato.
E alla fine è proprio vero che quando diventi chi gli altri non pensavano saresti mai diventato chi ti diceva “sei una nullità” comincerà a dire “sono fiero/a”, ma capisci di aver cambiato mentalità quando nonostante questo tu rispondi con un “grazie” percheé senza quelle brutte parole non avresti mai avuto un forte “perchè” che avrebbe azzerato il tuo “in che modo posso farcela?”.
Solo quando cominci ad andare contro vento ti guadagni il loro rispetto e capisci di essere migliore solo quando anche nel momento peggiore li hai sempre rispettati.
Ora sono felice, fiera di me stessa e ho imparato a trattare bene quella bambina di allora..
Rebe – Staff Leader di Valore
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